ABBIAMO PRESO "A PUGNI" LA FUJI XT-2 E IL SUO AUTOFOCUS CONTINUO. ECCO A VOI UNA PROVA SUL "RING"...25/1/2017 Qualche giorno fa ho avuto la possibilità presso la palestra Seconds Outs di eseguire una sessione di scatti con una Fuji XT-2 corredata con due obbiettivi: il Fuji Xf 16-55 f/2.8 e il Fuji Xf 50-140 f/2.8.
Il mio intento era testare l'Auto focus Continuo della Fuji Xt2 in condizioni di luce estremamente impegnativa (considerate che in molti casi ho scattato a 12.800 iso!). E' una prova reale e fatta sul campo, per testare a che livello sono arrivate le mirrorless, ed in particolare le fotocamere del sistema Fuji. Ecco come è andata...
Cari amici di Promirrorless.it è per me un piacere condividere con voi l’intervista ad un fotografo italiano davvero speciale, Alberto Bregani.
Alberto Bregani è un fotografo molto conosciuto soprattutto per le sue splendide fotografie di montagna. Durante la nostra ultima chiacchierata mi è tornato più volte alla mente Michael Kenna, non tanto perché le foto di Alberto siano uguali alle foto di Kenna. Alberto infatti potremmo definirlo un fotografo "realista", mentre Kenna ricerca soprattutto delle “suggestioni” visive, quanto per la loro personalità. La loro fotografia racconta perfettamente il loro mondo e la loro visione. Inoltre per entrambe il fattore “tempo” assume un ruolo centrale nel modo di intendere la fotografia. Le fotografie di Alberto Bregani sono infatti immagini vere, sincere e dirette. Non c’è contraffazione, né manipolazione. Le montagne di Bregani sono autentiche e appaiono esattamente come sono. Guardando con attenzione le immagini di Bregani ci si rende conto di come lui sappia cogliere la poesia nella prosa. Il linguaggio fotografico di Alberto è il bianco e nero, attraverso cui riesce a cogliere l’essenza del soggetto. Niente scenografia, niente spettacolo, immagini da guardare con calma, in silenzio. Foto cariche di rispetto per i soggetti preferiti da Alberto, la natura e la montagna. Vi consiglio vivamente di leggere questa "corposa" intervista e di guardare il video di Alberto... Cari amici di Promirrorless.it, durante queste feste natalizie ho avuto la possibilità di provare per una decina di giorni la nuova Sigma SD Quattro in versione Aps-c (ne esisiste anche un'altra versione con sensore Aps-H), fotocamera particolare, sia perché si tratta di una mirrorless che monta ottiche da reflex, sia perché dotata di un sensore Foveon.
Nell'articolo che segue vi racconto la mia esperienza d'uso. Troverete anche diversi approfindimenti tecnici (iso, gamma dinamica, risoluzione, ecc..), per farvi un'idea approfondita della Sigma SD Quattro.
Il sensore Foveon X3 Quattro
Prima di analizzare la qualità d’immagine offerta dalla Sigma Sd Quattro occorre fare una piccola premessa sulla tipologia di sensore montato sulla fotocamera. Il sensore Foveon X3 Quattro di cui è dotato la Sigma SD Quattro rappresenta infatti la tipologia di sensore più evoluto per la riproduzione del colore. A mio parere, rappresenta la perfetta combinazione tra la tecnologia digitale e quella della fotografia a pellicola. Le stampe ottenibili sono quanto di più vicino alla fotografia analogica, sia per il colore che per il bianco e nero. In questo articolo vorrei affrontare ancora alcune questioni molto importanti inerenti la qualità d'immagine della Sigma SD Quattro. La resa del dettaglio, la resa ad alti iso e le dimensioni di stampa ottenibili con un file della Sigma Sd Quttro e dal suo eccezionale sensore Foveon X3 Quattro. Voglio concludere questa lunga maratona tecnica (come direbbe Mentana), confrontando le immagini prodotte dal sensore Foveon X3 Quattro della Sigma SD Quattro con quelle prodotte dall'Hasselblad 500 con la pelicola Fuji NS PRO 160 e dalla Canon 1V con pellicola Fuji Superia 200 ISO. |
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