Considerando tutti gli articoli pubblicati sulla Sigma SD Quattro, potremmo definire il mese di gennaio come il "Sigma Month". In effetti abbiamo iniziato il 2017 con una lunga recensione sulla Sigma SD Quattro che potete (leggere qui), poi abbiamo pubblicato un'interessante intervista del Sigma Ambassador Alberto Bregani. Ma come ho detto prima avendo avuto ancora a disposizione la camera per qualche giorno, ho deciso di provarla in un genere che a me interessa molto, il ritratto. Come sapete la fotografia di ritratto è piuttosto impegnativa. Avendo avuto già modo di provare la Sigma SD Quattro, non mi preoccupava la resa delle immagini, anzi... Mi interessava invece capire se il mezzo mi avrebbe permesso di mantenere costante il "contatto" con il soggetto o se fosse elemento di distrazione-lentezza. In questo tipo di fotografie ho bisogno di avere un mezzo semplice, che mi permetta di concentrare tutta la mia attenzione sul soggetto, sullo sguardo e sulla luce. Il mirino e il display quindi sono molto importanti. Inoltre la gestione della fotocamera deve essere "fluida". Non mi piace interrompere la sessione di scatti per trovare una funzione nei menù o sotto menù. Parola chiave: "semplicità! Per quanto riguarda la qualità d'immagine, soprattutto nella ritrattistica, preferisco usare fotocamere capaci di restituire ampie gradazioni tonali e un forte senso di "matericità". In effetti in genere nel ritratto preferisco l'uso della pellicola. Tuttavia la Sigma è l'unica camera che mi sta facendo cambiare seriamente idea... Chi mi conosce sa che in genere utilizzo un corredo Fuji e un Hasselblad 500. Tuttavia dopo aver provato la Sigma SD e aver visto l'incredibile qualità che si può raggiungere con il sensore Foveon, ho deciso di utilizzare per gli scatti più riflessivi Sigma SD e di delegare Fuji solo per quelle condizioni in cui sono richieste prestazioni ad alte iso elevate. Una premessa doverosa su come vedo io il ritratto... Comincio dicendo che non mi interessano le foto "artistiche". Non sono un artista e non mi interessa esserlo. Anche perché probabilmente non ne sarei capace. Se riesco ad essere un "fotografo" è già un grande risultato. Per me al centro della fotografia ci sono tre cose: la luce, il soggetto e la composizione. Prima di tutto però viene la luce. Affermazione in effetti scontata se consideriamo l'etimologia della parola fotografia, disegnare appunto con la luce. La luce quindi anche nel ritratto rimane un elemento chiave (almeno per me...). Inoltre non mi interessa minimamente realizzare delle "belle fotografie". Troppo spesso infatti, vedo ritratti in cui persone comuni vengono fatte posare con atteggiamenti da super modelle/modelli. Sarà un gusto personale, ma a me a patto che non siano foto commissionate da un cliente, questo tipo di foto proprio non piacciono. Tecnicamente potranno essere realizzate anche bene, ma io amo il ritratto "autentico" e anche se è un termine inflazionato "psicologico". Non mi interessa far apparire per forza "bella" la persona. Cerco, se possibile, di far emergere la sua personalità o ancor meglio la sua "psicologia di base". A volte descrivendo un momento emotivo della loro vita. Quindi niente Photoshop per levigare i volti o correggere difetti. Niente luce ovattata per far assomigliare la persona ad una modella da rivista patinata. Niente pose plastiche...Insomma le persone, semplicemente le persone. Come dicevo prima la luce per me riveste un ruolo chiave. Scherzando, i miei amici mi definiscono un "cane da luce". In effetti durante una sessione di scatti (quando possibile), mi lascio guidare proprio dalla luce. Amo moltissimo usare la luce naturale e soprattutto nei ritratti giocare con i "chiaro-scuri". Ognuno di noi ha delle proprie "zone d'ombra" che fanno parte della vita e della personalità. Nelle foto cerco "simbolicamente" di ricreare quest'idea attraverso dei neri intensi. Nelle mie foto spesso la luce è dura. Solitamente scatto nelle ore in cui "non" si dovrebbe scattare. Insomma nel bene o nel male questo è il mio stile... Le foto che vedete sono state fatte tutte con la Sigma SD Quattro e con il 18-35mm f1.8 (l'unica ottica a disposizione). Rappresentano l'inizio di un progetto fotografico che mi vedrà coinvolto quest'anno...Appunti fotografici e spunti di riflessione da cui partire... Attrezzatura complementare utilizzata Il tipo di attrezzatura ovviamente dipende da cosa si vuole ottenere. Quando non lavoro su commissione, preferisco avere un approccio minimale. L'attrezzatura non deve essere mai un impedimento. Non deve neanche affaticarmi troppo fisicamente. Come detto sopra lavoro principalmente a luce ambiente al massimo con un paio di flash a cobra. Per questa sessione di scatti ho portato con me: - Due pannelli led (a temperatura variabile) - Un flash a cobra con radio comando e relativo trasmettitore - Un mono-piede con appoggio finale a "zampa di gallina" Tutta l'attrezzatura (a parte il monopiede) stava dentro un piccolo zaino. Impostazioni della camera Tutti gli scatti che vedete, sono stati realizzati impostando la macchina nella seguente modalità: - Raw High Quality - Profilo Monocromo con filtro giallo - Contrasto -2 Ho impostato anche la simulazione dell'esposizione in M in modo da avere, sia nel mirino che nel display, un'idea dello scatto finale. Nelle voci di menù ho impostato anche la visualizzazione dell'istogramma. Funzione utile per tenere sotto controllo soprattutto le alte luci. L'istogramma nel mirino della Sigma SD quattro è molto discreto e non mi ha mai distratto dal soggetto. Ho invece deselezionato tutte le altre informazioni come la livella, la griglia, ecc... Per quanto riguarda la gestione della camera ed in particolare l'auto-focus, ho trovato estremamente utile la funzione Af-Lock. Con questa modalità una volta ottenuta la messa a fuoco di precisione, è possibile bloccarla per concentrarsi solo sul cogliere l'espressione e il momento giusto. In alcuni casi (luce scarsissima o controluce estremo), ho utilizzato la messa a fuoco manuale. Dal punto di vista esposimetro nella stragrande maggioranza dei casi ho lavorato in modalità esposimetrica "prevalenza centrale" e ovviamente in Manuale. Sfruttando il più possibile la luce ambiente, non ho dovuto mai utilizzare alte ISO. Praticamente non ho mai superato i 200 ISO. Solo nella prima foto sotto ho usato il flash impostando lo zoom della parabola del flash su 70mm. Sviluppo dei file Raw... Tutte le foto che vedete sono state "sviluppate" con il software Sigma Photo Pro. A tutte le foto, per conferire loro un look un po' più morbido e "meno digitale", ho aggiunto dal suo software un po' di grana e ho ridotto a zero la nitidezza (Vedi la schermata)...Realizzerò appena possibile un video su come utilizzare il software Photo Pro di Sigma per spiegare meglio le opportunità e le potenzialità che si hanno con i file raw X3F e X3I della Sigma SD Quattro. In alcune foto ho fatto delle piccole correzioni correttive con Viveza di NikSoftware. Concludo questa breve esperienza dicendo che ancora una volta la Sigma SD Quattro mi ha stupito favorevolmente. Il mio feeling con la camera è ottimo, tanta semplicità e tanta sostanza.., e questo a me basta. |
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