Voglio concludere questa lunga maratona tecnica (come direbbe Mentana), confrontando le immagini prodotte dal sensore Foveon X3 Quattro della Sigma SD Quattro con quelle prodotte dall'Hasselblad 500 con la pelicola Fuji NS PRO 160 e dalla Canon 1V con pellicola Fuji Superia 200 ISO. Premessa fondamentale. Con questo confronto non mi interessava minimamente riproporre la solita stucchevole diatriba tra pellicola e digitale. Entrambe i mondi hanno vantaggi e svantaggi. Inoltre il confronto delle immagini è influenzato da così tanti fattori (tipo di pellicola, modalità di sviluppo, scansione, ottiche, ecc..), da rendere impossibile qualsiasi paragone serio. Mi interessa invece valutare la resa materica offerta dal sensore Foveon e dalla Pellicola e soprattutto valutare se la pellicola o la Sigma fossero in grado di trasmettere la sensazione della luce presente al momento dello scatto. Sono certo, inoltre, che tale confronto potrà essere utile anche a quei fotografi che non sono completamente soddisfatti degli attuali sensori digitali, e che quindi sono ancora alla ricerca di qualcosa in grado di "sostiutire", per quanto possibile, la pellicola. Nel confronto che vedete sotto ci troviamo di fronte ad una classica situazione di paesaggio. La scena presentava dei contrasti abbastanza intensi. Zone in ombra e zone illuminate dal sole. Interessante inoltre valutare la resa del cielo e del prato. In genere infatti i sensori, specie quelli a matrice bayer, fanno molta fatica nella riproduzione del cielo e del verde. Ricordandomi la situazione reale, la Sigma, tra le tre camere, è quella che è riuscita a riprodurre più fedelmente la luce presente nella realtà. Cieli e prati sono ricchi di sfumature e il contrasto è stato ben gestito. Il file, occorre considerare, non è stato post prodotto, ma solo convertito tramite il software Sigma Photo Pro, da raw a jpg. La pellicola 35mm Fuji Superia ha leggermente reso più calda la scena. Ad ogni modo la gamma dinamica offerta è davvero estesa. Ovvio che nel paesaggio il fattore grana negli ingrandimenti più pronunciati può penalizzare la resa del dettaglio fine. !!Purtroppo in questo caso non ho potuto fare un confronto con l'Hasselblad 500 perchè il negativo è risultato tagliato a causa di un problema di trascinamento del rullo nel dorso (sorry)!! Nella situazione sotto ci troviamo in una condizione di luce molto più impegnativa, specie per i sensori. Sole quasi in controluce e fortissimi contrasti. Con tutta sincerità mi aspettavo che da questo confronto la Sigma ne uscisse perdente. Invece è riuscita a gestire una situazione così problematica in termini di luce in maniera eccellente. Tra le tre, la Sigma è quella che mostra i limiti maggiori nelle alte luci. Va detto però che il file in post produzione potrebbe offrire ancora qualcosa in più. Ottima invece la resa del dettaglio e la sensazione della luce trasmessa. Ancora una volta il bilanciamento della Sigma in modalità AWB a priorità di luce è stato fenomenale! La Fuji Superia qui mostra tutto il suo valore. Gamma eccellente con dettaglio ottimo sia nelle ombre che nelle alte luci. Molto elevata risulta la percezione della luce e di tridimensionalità. La resa del medio formato è come ci si poteva aspettare ancora superiore. Dettaglio ottimo così come la latitudine di posa. Inoltre la grana è molto minore sopratutto nelle ombre. Valutiamo ora uno scatto fatto a del fogliame ricoperto di brina del primo mattino. Le foglie erano in ombra piena. Ancora una volta la Sigma, tra le tre camere, è quella che ha saputo riprodurre esattamente la qualità della luce in termini di temperatura colore. La foto infatti trasmette pienamente la sensazione di ombra in cui erano posizionate le foglie. Ad alti ingrandimenti il dettaglio offerto dalla Sigma è eccellente. Molto accattivante invece l'immagine ottenuta con la Fuji Superia. Toni piacevolmente caldi e colori "giustamente" saturi. Resa del dettaglio molto buona, nonostante il negativo 35mm. Ancora una volta la "forza" del medio formato risulta evidente. Il senso di plasticità del fogliame è eccellente. La resa cromatica, come sopra, altrettanto piacevole. Il dettaglio offerto dal negativo 6x6cm e dall'ottica tedesca è, come ci si poteva aspettare, ottimo. Valutiamo ora la resa nei ritratti. In genere nella ritrattistica ho sempre preferito la resa "materica" della pellicola. Anche gli incarnati li ho sempre trovati più gradevoli e reali. Per questo ero molto curioso di valutare il comportamento della Sigma a confronto della pellicola. La Sigma, a mio parere, si comporta magistralmente. Incarnati realistici e molto piacevoli. Sfumature colore ottime e dettaglio pazzesco (forse nel ritratto anche eccessivo). In questo confronto, forse ancor più del precedente, il tipo di pellicola incide moltissimo. Ad ogni modo la tridimensionalità e il senso di "realismo" che si ha con la pellicola è sempre eccellente. Di contro il 35mm in particolare evidenzia soprattutto nei contrasti e nelle aree meno illuminate una grana piuttosto pronunciata. In questo caso in particolare la pellicola ha enfatizzato molto di più i toni rossi del volto dovuti al freddo pungente del primo mattino. Il medio formato qui mostra tutti i suoi muscoli. La plasticità e lo stacco dei piani è eccellente, nonostante il diaframma (f5.6). Anche il dettaglio è eccezionale. Ultimo confronto e situazione difficilissima. Forti contrasti e luce intensa sulla felpa gialla di pile del soggetto. Anche in questo caso la Sigma SD Quattro si comporta alla grande, riuscendo a gestire in maniera eccellente il contrasto. La resa dell'incarnato è ottima e ricca di sfumature. Il look ottenuto con la Fuji Superia sulla Canon 1v è differente rispetto alla Sigma, l'immagine presenta tuttavia una forte carica "materica" soprattutto nel muro e nel pile. Come sopra la Fuji NS PRO ha enfatizzato leggermente i colori. A mio parere però la sensazione di "plasticità" che si ha con il medio formato rimane evidente. Secondo la mia opinione, da questo confronto non ci sono né vinti, né vincitori. Coloro che ancora credono nella superiorità "intrinseca" del digitale rispetto alla pellicola, credo debbano ricredersi. Da parte sua il digitale offre ovviamente un controllo nel workflow di lavoro e una resa ad alti iso decisamente superiore alla pellicola. La Sigma con il sensore Foveon, più di ogni altro sensore digitale (parere personale), è quella capace di raggingere gli standard colore e le sfumature offerte dalla pellicola. In più con un dettaglio, soprattutto in stampe di grande e grandissima dimensione, eccezionale. Per onestà di causa devo dire che, a mio avviso, la pellicola continua ad avere una latitudine di posa nel contoluce superiore ai sensori digitali, anche Foveon. Inoltre usando la pellicola si possono ridurre ore di post produzione (se si ha il lusso di avere un bravo laboratorio di stampa vicino). Infine la pellicola grazie al negativo, offre maggiori garanzie di conservazione. Il digitale, e in particolare la Sigma SD Quattro, vince in termini di controllo in fase di scatto (grazie anche al mirino elettronico) e permette una cura del negativo digitale, impensabile con la pellicola. Infine con la Sigma SD Quattro, come avete letto negli articoli precedenti possiamo ottenere degli ingrandimenti di stampa con una resa assolutamente favolosa, possibili in pellicola solo con il grande formato. CONCLUSIONI FINALI SULLA SIGMA SD QUATTROCome detto in apertura di questa lunga recensione, l’obiettivo era di fornire più informazioni possibili su una fotocamera dalle caratteristiche uniche. Sfortunatamente la Sigma Sd Quattro non essendo molto diffusa nei negozi è difficile poterla provare. Anche in rete si trovano in italiano poche informazioni. Spero quindi che questa guida possa avervi aiutato a farvi un’idea piuttosto chiara. Tutto il tempo che ho dedicato per questa recensione, l'ho fatto anche per rendere "merito" ad una azienda che ha saputo proporre qualcosa di realmente diverso e di andare contro corrente rispetto alle inarrestabili tendenze di marketing... La Sigma Sd Quattro è senza dubbio la miglior fotocamera prodotta da Sigma con sensore Foveon. Pur trattandosi di un ibrido tra una reflex e una mirrorless, la Sigma Sd Quattro rimane una camera pratica e funzionale. L’ergonomia è ottima così come l’usabilità generale. Le ottiche sono tante e di grande qualità. Certo non è piccola e leggera come una compatta, ma in fondo non è stata progettata per questo e Sigma già ha prodotto la serie DP Merrill. La Sigma Sd Quattro è destinata a tutti quei fotografi dal “palato fine” che desiderano il massimo in termini di qualità d’immagine e che amano fotografare in modo attento e riflessivo. Ma soprattutto che desiderano avere immagini e stampe confrontabili con il medio e forse anche il grande formato a pellicola. Utilizzare la Sigma in questi giorni è stato un vero piacere. Dopo diverso tempo ho ritrovato anche in digitale, il piacere di "fare" fotografia. Una fotocamera che mi ha ricordato che per fare una foto prima di tutto occorre "pensare" alla luce. In conclusione la sigma SD Quattro è una camera non adatta a tutto e a tutti. Ma di certo è adatta a tutti coloro che amano la “vera” fotografia. |
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