Ugo Baldassarre con i suoi quasi due metri di altezza, potrebbe essere definito il "gigante buono". Di Ugo infatti oltre alla sua fotografia e alla sua competenza, apprezzo moltissimo la sua innata capacità di creare una sincera relazione con i soggetti che fotografa. Il suo approccio è schietto, diretto e sincero. Valori e qualità che si percepiscono anche nelle sue fotografie. Allora Ugo parlaci un po' di te, da dove vieni, cosa fai...? Sono nato ad Altamura e vissuto a Matera fino alla fine delle scuole superiori dove ho concluso gli studi classici, poi mi sono trasferito a Parma, città che già da piccolo mi aveva conquistato. Ho lavorato per 15 di anni nell’informatica e poi nella vendita al dettaglio prima di iniziare la mia carriera professionale. Come e quando è nata la passione per la fotografia? La passione per la fotografia è nata anni fa, 10 anni fa ormai, quando cambiando mansioni lavorative, mi sono ritrovato con più tempo libero. La possibilità di descrivere il mondo così, sinteticamente e allo stesso tempo minuziosamente, mi ha affascinato da subito. Ripensando ai tuoi lavori, in questi anni come si è evoluto il tuo modo di intendere la fotografia? Quali sono gli elementi fondamentali che rendono interessante per te una foto? L’iter iniziale è stato, penso, lo stesso che più o meno tutti si trovano ad affrontare. Ricerca spasmodica dell’oggetto ottimale, della tecnologia migliore. Poi è scattato qualcosa, che ha spostato l’interesse dall’’oggetto a me stesso. La chiave per fare buone fotografie è vedere in maniera diversa ma consapevole il mondo e quindi è su questo che si è spostato principalmente il mio interesse. Una fotografia, per me è interessante, se in essa confluiscono elementi diversi riconducibili all’autore e al suo modo di essere, ossia se in essa confluiscono il suo “io” e il suo mondo. Ugo, parlaci del tuo modo di approcciarti ai servizi fotografici.., tra l'altro fuori dagli impegni lavorativi, c'è un genere fotografico che preferisci? Per lavoro eseguo servizi di reportage matrimoniale, eventi e ritratti. Per passione pratico quella che adesso viene definita “street” che non è altro che un racconto della nostra quotidianità. Dal punto di vista lavorativo sono abbastanza metodico (nonostante nella vita quotidiana sia uno molto istintivo e un pò disordinato), perché non voglio brutte sorprese. Prima del servizio effettuo sopralluoghi, parlo con tutte le persone coinvolte nel servizio e cerco di lavorare sempre con team già rodati e con cui ho un ottimo rapporto umano. Per quanto riguarda l’attrezzatura porto sempre con me un piano “b” e anche uno “c”. Gli oggetti si rompono, cadono, smettono di funzionare senza preavviso e non si può rimanere inattivi per colpa dell’attrezzatura o per mancanza di zelo. Ugo, parliamo un po' della tua attrezzatura, per il tuo lavoro quale sistema fotografico utilizzi? Ho usato diversi marchi ma da oltre un anno tutti i miei lavori sono realizzati con sistema Olympus (micro 4/3). Usavo già questo brand anni fa ma ho dovuto aspettare che il nuovo formato si affermasse bene prima di procedere al salto definitivo. Come mai hai scelto proprio Olympus? Lo ammetto, il fattore estetico ha avuto anche un suo ruolo (inutile negarlo, siamo un pò tutto feticisti dei nostri oggetti magici). Olympus ha caratteristiche che rispondono perfettamente alle mie esigenze: velocità, stabilizzazione, tropicalizzazione, qualità del file e colori splendidi. E’ un sistema versatile ed economicamente abbordabile anche stando sul top delle tecnologie disponibili. Cosa ti piace e cosa miglioreresti? Mi aspetto un miglioramento dell’assistenza rivolta agli utenti professionali e una maggior diversificazione nella gamma dei prodotti. Una cosa da fare subito è la gestione della doppia batteria: scomoda e imprecisa nella visualizzazione. Sarebbe anche ora di avere un’ammiraglia con doppio slot di memoria e batterie di miglior autonomia. Secondo la tua esperienza, nel lavoro di fotografo, un corredo mirrorless in cosa fa la differenza rispetto ad un sistema reflex? Per i generi che pratico sono tanti i vantaggi e pochi gli svantaggi. A parte la ovvia riduzione di spazi e pesi, quello che maggiormente cambia è l’approccio alla fotografia. La reattività del sistema sia tramite display che mirino mi permette di spostare l’attenzione nuovamente su di me e sul soggetto: l’oggetto, la fotocamera, non è più protagonista, non è più motivo di imbarazzo o una barriera tra me e il mondo. Posso osservare, agire e reagire istintivamente. Oggi posso fare foto ed inquadrature che prima non avevo modo di realizzare. C’è qualcosa del mondo reflex di cui senti la mancanza? La durata delle batterie è sicuramente un grosso punto a favore ancora del mondo reflex classico. Rare, rarissime volte, la reattività di scatto di una reflex professionale. Per coloro che ancora hanno dei dubbi se fare il grande salto, abbracciando sistemi mirrorless, tu cosa consiglieresti? Mi occupo anche di formazione e spesso mi chiedono consigli. Mi sono accorto nel tempo che non tutti sono pronti o non vogliono essere pronti. In tanti associano l’atto del porre il mezzo dinanzi al viso come “il fare la fotografia” e non riescono ad andare oltre. Consiglio di partecipare ai tanti eventi “Touch & Try “, che tutti i marchi principali svolgono in giro per la penisola e provare con mano. Eventualmente prendere un usato e fare qualche test, prima di valutare esborsi importanti. Io non ho avuto dubbi, ma avevo già usato le mirrorless da tempo, sebbene di altri brand. Come pensi si evolverà il mercato fotografico? Difficile dirlo.., il mercato professionale sportivo è saldamente in mano a Canon e Nikon e sappiamo bene che lo sport è la “Vetrina” per l’utente comune. Le mirrorless si stanno mostrando mature e sicuramente saranno il futuro, come anche il mirino elettronico (vedi Leica, Hasselblad). Purtroppo per ora tra i sistemi mirrorless davvero piccoli e trasportabili c'è soltanto il micro 4/3, gli altri a mio modo di vedere, non differiscono molto in peso e dimensioni dai corredi tradizionali (vedi SONY). Quindi il dubbio che alla fine non ci siano tutti questi vantaggi "spezza" le gambe a molti potenziali fotografi. Quale sarà il tuo contributo per gli amici di promirrorless.it Credo fortemente che informare, in modo libero e spontaneo, sia il modo migliore per far capire quanto di buono e non, ci sia nel mondo della fotografia, soprattutto digitale. Non esiste un mezzo definitivo o migliore, esiste quello adatto alle proprie necessità e qui è il fulcro del discorso: siamo capaci di stabilire quali siano le nostre necessità o siamo vittime del marketing e di presunte esigenze inesistenti? i foto-amatori, non avendo un committente reale, fanno molta fatica a stabilire i limiti delle loro necessità, mentre un professionista è molto più concreto nella scelta dei propri mezzi di lavoro. I soldi meglio spesi in fotografia sono stati quelli in libri, manuali, saggi, e corsi di formazione: le macchine fotografiche cambieranno ed evolveranno, la nostra cultura invece sarà sempre una fonte inesauribile di idee e spunti. Per questo cercherò di condividere con gli amici di promirrorless.it, la mia esperienza e competenza. A partire ovviamente dal sistema che attualmente utilizzo, il micro 4/3. Grazie Ugo, aspettiamo con ansia i tuoi prossimi post! |
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