Ecco cosa fa realmente la differenza ![]() Nella prima parte abbiamo visto quali elementi in fase di scatto fanno la differenza per ottenere file e quindi stampe di qualità. Vi racconto ora cosa vado a controllare prima di mandare il mio file alla stampante. Questi controlli non sostituiscono la post produzione vera e propria. Rappresentano solo una sorta di check list. 1° Dettaglio ombre e luci. Ansel Adams attraverso il metodo zonale affermava che di tutte le zone, tre sono le più importanti. Le ombre (zona 3), i mezzitoni (zona 5), le alte luci con dettaglio (zona 7). In queste zone occorre verificare che ci sia la percezione evidente del dettaglio e che ancora più importante la transazione tra la zona dei neri e delle zone meno scure e quella tra le alte luci con dettaglio e il bianco non abbia degli “strappi”. In sostanza più ci sono gradazioni tonali meglio è. Nelle fotocamere Olympus recenti è possibile impostare il limite tonale delle ombre e delle luci. Solitamente io imposto il valore 10 nelle ombre e il valore 245 nelle alte luci. Questo mi garantisce vedendo gli alert che ho ancora margine di manovra. 2° Macchie di sporco. Ricordiamoci che ciò che in piccolo passa inosservato in grande diventa un pungo in un occhio. Un puntino di sporco su una stampa piccola è praticamente invisibile. Su un formato grande come può essere un A2, divento il centro dell’attenzione del nostro occhio. E’ fondamentale verificare ingrandendo l’immagine che non ci siano pallini neri o macchie. 3° Aberrazioni cromatiche. Non vado fuori di testa se in una stampa c’è qualche aberrazione cromatica specie se poco evidente. Ma se l’aberrazione è particolarmente visibile occorre eliminarla senza pensarci due volte. Il rischio è che come per le macchie di sporco, diano un senso di “trascuratezza” dell’immagine e quindi del lavoro del fotografo. 4° Gestione del rumore. Alcune persone sulla questione rumore hanno delle vere e proprie ossessioni. Non è il mio caso, anzi a volte preferisco stampe con un po’ di grana rispetto a quelle iperliscie e digitali. Ma questi sono gusti personali. Ad ogni modo ricordatevi che in stampa il rumore è molto meno evidente e fastidioso. Vi svelo un piccolo segreto. Se volte valutare sul display della vostra fotocamera come verrà una stampa di dimensioni pari ad un 60x40cm è sufficiente ingrandire l’immagine di circa 3 volte. Quello che vedete sul display è ciò che vedrete in stampa. Incredibile vero? Ad ogni modo io intervengo sul rumore solo se è cromatico, o se evidentemente troppo digitale. 5° Dimensionamento e nitidezza. Se non hai letto il post quanto grande posso stampare, ti invito a farlo ora. Li ti spiego come poter raggiungere senza deterioramento dell’immagine, dimensioni di stampa ragguardevoli. Una volta dimensionata la nostra immagine occorre applicare, se lo desiderate un po’ di sharpenig. Ci sono più modi, a prescindere del metodo che usiate, il consiglio è di andarci piano. Se avete post prodotto bene l’immagine e i rapporti di contrasto dell’immagine stessa sono corretti, non sarà necessario applicare una grande maschera di contrasto. Ad ogni modo su come impostare la corretta nitidezza farò un post specifico.., be toned 6° Profilo colore. Se avete scattato bene la vostra immagine e avete post prodotto correttamente il vostro file non vi resta a questo punto di verificare la resa con il profilo colore della carta che avete scelto. Ovviamente questo vale se stampate da voi. Per concludere questo post vi ricordo che le verifica vanno fatte visualizzando la stampa, una volta dimensionate con il comando in photoshop, visualizza dimensioni di stampa. Ciò vi permetterà di vedere a monitor cosa verosimilmente vedrete su carta. |
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