Da sempre ho avuto nei confronti della fotografia di matrimonio un rapporto di amore e odio. Nonostante esistano tantissimi fotografi improvvisati, credo che esistano poche altre specialità fotografiche così complesse e delicate come la fotografia di matrimonio. Per essere dei bravi fotografi occorre saper fare un po' di tutto, dal reportage alla ritrattistica. Occorre anche conoscere la tecnica alla perfezione, perché tutto durante il matrimonio, scorre ad una velocità incredibile e non si ha il tempo per pensare o provare. Negli ultimi anni fare il fotografo di matrimonio è diventato sempre più impegnativo. Non soltanto perché i clienti sono più esigenti di prima, ma anche perché la maggior parte di loro tende a dare meno valore al matrimonio e alle fotografie. In più (e questo è anche colpa del digitale), tutto è estremamente veloce. Sopratutto nel nord Italia, molti sposi non si prendono neanche più il tempo per stare qualche minuto tra di loro per fare un paio di ritratti. Ma le cose stanno così ed essere un professionista significa anche cercare di gestire il cambiamento. Ci sono però eventi come quello di Elena e Jim Chappell, in cui tutto torna chiaro. Alla domanda cosa è veramente importante nella fotografia del matrimonio? la risposta è semplice, le persone! Come fotografi si è così presi dalle difficoltà dell'evento, dalla ricerca di scatti unici e tecnicamente perfetti, che a volte ci si dimentica quasi di ciò che realmente è importante per una "buona" fotografia, le persone. Mi piace la fotografia di matrimonio perché almeno per un giorno le persone sono felici. Molte barriere cadono ed escono i sentimenti veri e profondi. Adoro vedere l'amore profondo dei genitori nei confronti dei figli. Tutto questo da forza e speranza. In più si assiste alla nascita di una nuova famiglia. Elemento quest'ultimo in cui credo tantissimo! Amo fortemente cercare una relazione con le persone che fotografo. Chiacchierare con loro e se possibile scherzare. La prima cosa che faccio quando arrivo dalla sposa o sposo durante i preparativi è guardarli negli occhi e capire qual'è il loro stato d'animo. Cerco di capire qual'è la situazione in casa. Parlo con loro, cerco ci conoscerli meglio e di farmi conoscere. Solo dopo tiro fuori la fotocamera. Le persone sono il cuore di ogni servizio. La sfida principale del fotografo, ancor prima di risolvere i problemi tecnici, è quella di svuotarci delle paure, dai pregiudizi e cercare di entrare in sintonia ed empatia con la situazione e con ciò che le persone stanno provando. Ogni fotografo poi deve cercare il proprio stile. Non per ragioni di marketing, ma solo per trovare se stessi. In questi anni ho scoperto che quando provo ansia e tensione è perché mi sto allontanando dal mio modo "naturale" di approcciarmi alle cose e alla fotografia. Occorre quindi tradurre in linguaggio fotografico il nostro modo di essere, di vedere e di relazionarci con il mondo. Ciò non arriva subito e spesso per trovarlo occorre sperimentare, ascoltare e lasciare andare ciò che è di troppo. A volte questo processo è "doloroso", e passa attraverso crisi personali. Ma in fondo se ci pensiamo, dal punto di vista fotografico non è un po' come rinascere ? Infine dobbiamo ricordare che fare una "buona" fotografia è come fare un applauso. Noi possiamo metterci la nostra mano, ma l'altra dovrà sempre e comunque essere messa dal soggetto della nostra foto. se volete vedere altre foto del matrimonio di Elena e jim cliccate qui |
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