Cari amici di Promirrorless, in questo nuovo articolo della rubrica: "Potere alle Immagini", voglio parlarvi di una foto scattata dal fotografo Earle Bunker per il giornale Omaha World-Herald. Era il 15 luglio del 1943 quando a Bunker venne commissionato un servizio per raccontare il ritorno dal fronte di un eroe di guerra, il tenente colonnello Robert Moore. Il servizio era interessante, anche perché permetteva di raccontare un aspetto della guerra che solitamente veniva trascurato, l'effetto di questa sulle famiglie. La fotografia denominata successivamente homecoming (ritorno a casa), vinse il premio Pulitzer nel 1944. L'immagine in realtà non è potente per il protagonista della foto, il tenente colonnello Moore (che ricevette la Distinguished Service Cross), quanto per il momento e i sentimenti che essa evoca. In effetti quest'immagine è molto interessante, provate a notare come nonostante nella foto i volti dei soggetti siano quasi completamente coperti, proviamo comunque un forte senso di empatia con le emozioni provate dalla piccola Nancy che abbraccia il suo papà, dal figlio piccolino che guarda con timore ed emozione il papà abbracciare la sua sorellina e con la moglie che con la mano sul volto a stento riesce a trattenere le lacrime e l'incredulità per il ritorno di suo marito. Cogliamo tutto questo senza vedere i loro volti, perché? Perché capiamo perfettamente la gestualità delle persone raffigurate. Qual'è stata dunque l'abilità del fotografo, che tra le altre cose ha scattato la foto con una grande e manuale Speed Graphic? Semplice, nel saper cogliere il momento "perfetto", il momento più evocativo. Durante il corso avanzato di fotografia, parlo spesso di quanto, per raccontare una storia, sia importante saper scegliere il momento giusto e a tal fine, la gestualità dei soggetti risulta essere un fattore chiave. La gestualità infatti, non è solo forma, ma è significato e come tale può cambiare completamente il senso della foto. L'immagine poi è composta perfettamente. Il fotografo in soggettiva, si pone in modo da creare una diagonale visiva che inizia con il bambino e finisce con l'abbraccio della piccola Nancy. Lo sfondo scuro poi è perfetto per far risaltare i soggetti. Il contrasto tra il bianco e il nero, simboleggia perfettamente il contrasto tra l'orrore della guerra e l'affetto e l'amore della famiglia Moore. Se osserviamo con più attenzione, notiamo come i soggetti siano uniti da un triangolo virtuale, composizione che come sappiamo essere molto efficace e per questo molto usata dai grandi fotografi.
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