Cari amici di Promirrorless, oggi voglio condividere con voi alcune considerazioni sullo stato attuale del mercato fotografico e del perché secondo il mio punto di vista stiamo assistendo ad un declino (quasi irreversibile), dei grandi marchi che hanno fatto la storia della fotografia. Ancor di più mi interessa condividere con voi le possibili alternative che ancora oggi potrebbero risollevare le vendite o quanto meno la qualità delle fotografie prodotte. Ci tengo a sottolineare che alcune considerazioni sono frutto non solo di opinioni personali, ma anche di conoscenze accademiche ed extra fotografiche. Guardando il grafico riportato, ci si rende conto che dal 2008 ad oggi il numero delle vendite è crollato paurosamente. In effetti si vocifera che in Giappone i manager delle grandi case produttrici siano entrati in modalità "Panic". In pratica non sanno più che pesci prendere! Come sempre capita in questi casi si cerca un colpevole.., e chi poteva essere se non lo smartphone? Certo i cellulari hanno eroso il mercato delle compatte, mercato che garantiva ai costruttori il profitto maggiore. La speranza che le fotocamere mirrorless potessero contrastare l'avanzata dei "barbari smartphone", è già svanita. Di fatto le mirrorless hanno solamente eroso quote di mercato al comparto delle reflex. Ma allora di chi è la colpa? Cosa si può fare? In tutta onestà e umiltà non credo di avere la soluzione in tasca. Ma un'opinione e una considerazione in merito mi sento di condividerla, conscio che rimarrà inascoltata. Voglio raccontarvi due aneddoti. Alcuni giorni fa parlavo con un mio amico stampatore il quale mi raccontava come secondo la sua esperienza sta aumentando il numero di persone che tornano a stampare le foto. Mi diceva di come molti ragazzi, arrivano nel suo laboratorio con lo smartphone per stampare. Vedendo poi la stampa (soprattutto dal 20x30cm in su), rimangono stupiti di quale differenza ci sia rispetto a quanto visto sul loro cellulare. Ma come, sembrava tanto bella? Come mai? I più esperti sapranno che le ragioni sono diverse, ma fatto è che le foto fatte anche con il miglior smartphone, sono belle soprattutto sul display. In stampa le cose cambiano. Se poi la foto è stata scattata in condizioni di luce non ottimale, apriti cielo... Il mio amico a quel punto fa vedere loro le stampe ottenute con una camera, mirrorless o reflex che sia..Ovviamente le loro considerazioni sono scontate... Dal canto mio posso dirvi che da anni propongo agli sposi, vere stampe fine art. Vi garantisco che all'inizio fu una scommessa. Una stampa fine art inevitabilmente ha un costo maggiore rispetto ad una comune stampa da laboratorio. Conscio del rischio di finire fuori mercato, decisi comunque di perseguire questa strada fiducioso che le persone, anche non esperte, fossero in grado di notare le differenze. In effetti con mio stupore iniziale, quando misi sotto al loro naso le due stampe (uscite dal medesimo file), le persone capirono, apprezzarono e scelsero la stampa fine art. Scelta che comportava un spesa maggiore... In questi anni le cose non sono cambiate e guardate che non sto parlando di eccezioni. La grandissima maggioranza dei miei clienti sceglie sempre la soluzione fine art. In fondo è un po' quello che succede con la ristorazione e il buon cibo. Quando alle persone gli si fanno notare le differenze (comparandole), il più delle volte capiscono il valore di ciò che stanno mangiando e sono disposte quindi a spendere di più. In poche parole i clienti vanno educati! Si avete letto bene, educati. Se il nostro unico intento come impresa è fare solo più profitti o di aumentare i margini dei nostri guadagni riducendo la qualità, prima o tardi finiremo in cattive acque... In parole povere se si perde il "senso" di ciò che facciamo e del perché lo facciamo, finiremo nei guai e smetteremo di essere una forza economica positiva e attrattiva. Purtroppo è ciò che sta accadendo nel mondo della fotografia. Gran parte dei costruttori oggi sono principalmente intenti a fare profitti, ad aumentare i margini senza apportare reale valore aggiunto al mondo. Sfortunatamente per loro le cose stanno cambiando, anzi mi correggo sono cambiate. Cosa fare quindi? Puntare sulla Cultura della fotografia. Parlo della Cultura con la C maiuscola. Cultura che passa prima di tutto nell'appropriarsi del senso più nobile per il quale si scattano fotografie. Cercando, sponsorizzando e promuovendo non soltanto i soliti nomi, ma nuovi fotografi capaci di proporre progetti che possano anche "migliorare" il mondo. Proprio nell'era di internet, mai come oggi, abbiamo bisogno di prendere consapevolezza su cosa sta accadendo intorno a noi. Occorre verità e la macchina fotografica può essere uno strumento formidabile in tal senso. Si tratta quindi di ridefinire il valore di un'impresa modificando i propri valori. Non stiamo assistendo solo ad una crisi tecnologica ed economica, ma ad una crisi e ad una ridefinizione dei valori che spingono e muovono le persone verso nuove forme di consumismo. Gli esperti di "marketing post-moderno" sanno di come oggi sia determinate per un'impresa curare la propria "brand reputation". Non conta solo l'immagine. Le aziende devono credere ed essere promotrici di battaglie sociali o ambientali capaci di migliorare la vita delle persone. Prendiamo cosa è successo con il marchio "Benetton". Grazie alla genialità di un fotografo, Oliviero Toscani e alla lungimiranza di un imprenditore, il marchio Benetton è stato per molti anni leader nel settore dell'abbigliamento. Le campagne pubblicitarie di Benetton non puntavano solo a vendere, ma erano delle provocazioni sul alcuni aspetti della condizione umana. Le campagne erano dei veri e propri "magneti" capaci di attrarre tutti coloro che credevano in quel messaggio e che combattevano per gli stessi diritti. Poi il marketing, quello dei fogli Excel e delle statistiche, ha di nuovo preso il sopravvento. Troppo spesso infatti uomini d'affari e persone del marketing sono annebbiati dai numeri e dalle balancescore. Le aziende fotografiche devono riappropriarsi del senso più profondo di ciò che fanno. Grazie ai loro prodotti, oggi abbiamo una storia fatta di immagini e non solo di parole. Grazie alla fotografia infatti "siamo noi tutti testimoni" della nostra epoca. Ecco perché credo che occorra investire nella Cultura e nella stampa. Dobbiamo portare le persone ad aggregarsi nuovamente sui temi importanti e non solo sulle specifiche tecniche di un prodotto. Occorre credere ed aver il coraggio di proporre qualcosa di nuovo. Occorre educare i propri clienti e non soltanto manipolarli e convincerli. Soprattutto occorre investire nella qualità dei prodotti e dei valori sui quali si fa impresa. |
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