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LUCE E FOTOGRAFIA

20/4/2015

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Otto consigli per migliorare le nostre fotografie

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La maggior parte delle persone appassionate di fotografia conoscono l’etimologia della parola. Il termine fotografia deriva dal greco e significa disegnare con la luce.
In parole povere la luce è la materia prima che il fotografo ha a disposizione per creare le sue opere.
Quanti di noi però realmente sfruttano la luce? quanti di noi sanno realmente osservare le differenze di luce? …La qualità delle ombre e via dicendo?
Tranquilli, in questo articolo non voglio farvi l’ennesimo “pippone” su quanto sia importante la luce (… almeno in parte), voglia darvi dei suggerimenti pratici e spero utili, su come sfruttare la luce con le nostre fotocamere mirrorless.

Vediamo di cosa si tratta…
Io sono fortunato. La fotografia per me è nata non con il digitale ma con la pellicola. A dire il vero spesso e volentieri ancora oggi faccio dei lavori con la mia Hasselblad 500. Pura goduria! Ma non usciamo fuori tema…
Perché ritengo sia una fortuna aver imparato con la pellicola? Semplice, perché quando si scatta a pellicola si inizia da subito a fare i conti con la luce e soprattutto non si possono prendere scorciatoie…

Chiunque scatti o abbia scattato a pellicola si ricorderà le acrobazie necessarie per “contenere” entro certi limiti la luce o per sfruttare la poca luce disponibile. Se volevamo gestire la luce eravamo costretti ad avere filtri e ottiche luminose.
La principale lezione che mi è rimasta da quando ho iniziato ad usare la pellicola è quella di “cercare la luce”. Abituarsi a vedere la luce e ancor più i chiaro-scuri. 


Ero solito ad esempio scattare foto anche in condizione di scarsa luminosità con una pellicola 400 ASA e un’ottica f1.4. Come? semplice scattavo quando la luce me lo permetteva. Cerco di spiegarmi meglio…


Ad esempio quando dovevo fare dei ritratti ad un soggetto in interni, la prima cosa che facevo (in realtà lo faccio anche oggi in digitale), spegnevo tutte le luci ed aprivo le finestre. Magia ecco che la foto si materializzava davanti ai miei occhi. Non mi rimaneva che posizionare il soggetto cercando di sfruttare al meglio lo sfondo.
Di fatto avevo già una luce direzionata e il più delle volte con il giusto angolo e sufficientemente diffusa. Inoltre avevo anche una piacevolissima degradazione dell’intensità luminosa. 
Ciò che dico sempre durante i corsi sulla luce naturale (o meglio disponibile) è quella di spegnere le luci e lasciare quella disponibile. Al massimo se non ci sono finestre di accendere solo una fonte di luce alla volta. Non è forse quello che facevano i pittori di un tempo? 
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Rembrandt, Tobit and Anna waiting for the return of their son
Ovviamente loro erano costretti perché la luce disponibile era solo quella naturale o delle candele. Ma noi se vogliamo possiamo ricreare la situazione ugualmente. Quando faccio vedere come è semplice ottenere delle immagini interessanti sfruttando solo la luce disponibile, mi diverto sempre a vedere le facce dei corsisti…
La pellicola in sostanza ti forgia a scattare con il giusto rigore. Sto dicendo quindi che dobbiamo tornare a pellicola? 

Chi vuole si (vi garantisco che vi renderà dei fotografi migliori), ma non per forza, possiamo con un po’ di volontà acquisire delle nuove e sane abitudini fotografiche. Ecco quali.

1. Scattare solo quando c’è la foto e se possibile la luce giusta. Non pensiate che con photoshop riuscirete a trasformare una foto banale in una interessante. Non funziona così, mi dispiace. Quando esco per le mie sessioni fotografiche personali,  a volte mi capita di fare 3 ore di auto per scattare al massimo una dozzina di foto. Guardatevi intorno cercate un soggetto interessante ed una luce interessante. Il segreto è tutto lì.
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2. Impostate la fotocamera in modalità esposimetrica spot. Quelli che vedete nell’immagine sono i settaggi che io ho sulla mia fotocamera. L’enorme vantaggio delle fotocamere mirrorless è di vedere la foto durante la ripresa e non a posteriori. Con le fotocamere Olympus ad esempio settando la macchina in spot e muovendo l’area centrale di misurazione su una zona più chiara o più scura si può vedere l’effetto della luce… Fantastico. Io ad esempio lavoro l’80% del tempo in priorità di diaframmi (A) e in modalità spot. In genere ciò che faccio è bloccare la luce con il tasto (AE) sull’area luminosa andando a starare l’esposizione di circa +0.7 stop.

3. Settate uno dei tasti funzione sulla modalità automatica (P). Durante la fase di scatto cerco di gestire la luce e di studiare l’immagine. Questo richiede un minimo di tempo. Il più delle volte ho tempo a sufficienza, altre volte però si tratta di scattare delle vere e proprie istantanee. Per questo ho impostato un tasto funzione della mia Olympus in modo tale che richiami la modalità “My Set”. In questa modalità ho impostato la macchina in (Programm), esposizione multizona, Auto Focus, punto di fuoco centrale e bilanciamento del bianco automatico. In questo modo se  improvvisamente vedo una foto da cogliere al volo non faccio altro che richiamare la modalità automatica. Vi accorgerete tuttavia che lavorando come detto al punto 2, imparerete ben presto ad anticipare la foto e a farvi trovare pronti.
4. Usate il comando “curve”. Per coloro che hanno una fotocamera Olympus e alcuni modelli di Panasonic, possono gestire direttamente dalla macchina le curve come se fossero su photoshop. Non è magnifico? Io ad esempio, come vedete dall’immagine, di default ho impostato una curva ad S invertita (+ 2/-2). Ho fatto questo per cercare di simulare la risposta della luce non lineare della pellicola. La pellicola in sostanza crea nelle zone scure un “piede” e nelle zone di luce “una spalla”. Che cosa significa? significa che la pellicola prima di “bloccare”  le ombre e prima di “clippare” le luci perdendo dettagli, rallenta la risposta alla luce formando appunto una tipica curva ad S. Nel nostro caso quindi, impostando la curva come detto, aumentiamo leggermente la gamma dinamica del nostro sensore. Consiglio di non esagerare. Non superate il livello più o meno 3. In alcuni casi una volta che ho bloccato la luce decido di aumentare il contrasto chiudendo di più le zone scure dell’immagine. Per far ciò non faccio altro che richiamare la funzione curve e ruotare la ghiera fino ad avere valori negativi nelle ombre.
5. Quando scattare fotografie, specie nel ritratto cercate di non superare i 4EV tra le ombre e le luci. Tornando all’esempio della pellicola, quando scatto a pellicola faccio sempre due misurazioni. Dapprima misuro la zona nelle alte luci dove voglio dettaglio (zona VII nel sistema zonale), poi misuro la zona delle ombre dove voglio dettaglio (zona III nel sistema zonale), se il valore è superiore di 4 EV, espongo per le luci e compenso le ombre con una schiarita (un pannello riflettente, un flash, una luce led, ecc..), fino a far ritornare il livello di contrasto entro i 4EV. Nel paesaggio potete usare dei filtri digradanti. Voi direte, si ma posso farlo anche schiarendo le ombre con photoshop. Si è vero, ma questo è il modo migliore per non imparare e soprattutto per avere dei file di bassa qualità con delle immagini che sembrano dei cartoni animati anziché fotografie.
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6. Impostate il bilanciamento del bianco, non lasciatelo in AWB. Si è vero le fotocamere Olympus in particolare hanno un bilanciamento del bianco estremamente efficace. Ma per quanto facciano bene, parliamo sempre di macchine che ovviamente non possono sapere cosa noi vogliamo. Impostare il bilanciamento del bianco è utile per diversi fattori. Il primo è che solo al momento dello scatto sappiamo qual’è la qualità della luce reale. Quindi al momento dello scatto ci sarà sufficiente controllare quello che vediamo nel mirino per apportare le opportune correzioni. Rimandare questo in post produzione significa perdere l’opportunità di un riscontro in tempo reale. Un corretto bilanciamento del bianco ci permette di valorizzare anche la dimensione tempo delle immagini. In sostanza possiamo aiutare l’osservatore, rispettando i toni e colori della scena, a comprendere in quale momento della giornata è stata scattata la nostra fotografia. Un ulteriore motivo è che potete gestire creativamente il look della vostra immagine. Spesso difatti io riscaldo o raffreddo  volutamente l’immagine per rafforzare l’atmosfera o il messaggio della foto.
7. Scattate cercando di non superare i 400-800 iso. Voi starete pensando che sono impazzito. Ma come, finalmente le fotocamere (anche quelle con sensori più piccoli) riescono a scattare ad alti iso con ottimi risultati e tu mi dici di non superare i 400 iso? Si e vi spiego il perché. Se paragoniamo i risultati ottenuti ad alti iso tra un modello di qualche anno fa ed uno attuale vedremo che il rumore è certamente diminuito. Tuttavia se confrontiamo la gamma dinamica di una immagine ad alti iso e una a bassi iso vedremo che c’è un’enorme differenza. In sostanza se vogliamo che nel nostro file ci sia della “ciccia” è meglio non andare troppo su con gli ISO. Altro motivo per cui vi consiglio di non superare il valore di 400-800 iso è che questo limite vi aiuterà a scattare meglio. Vi aiuterà nel cercare quelle condizioni di luce che vi permettano di portare a casa un risultato di qualità. Io personalmente uso valori iso elevati solo quando ho bisogno di tempi di sicurezza e quando non posso controllare la luce. Ad ogni modo ogni tanto, come esercizio, provate a non superare i 400 iso e vi accorgerete da soli di cosa voglio dire…
8. Impostate i livelli di allert delle ombre e delle luci sui valori 10 e 245. Sulle fotocamere Olympus è possibile decidere a che livello la nostra fotocamera dovrà segnalarci quando superiamo determinati valori nella classica scala RGB 0-255. Dove 0 è il nero pieno e 255 è il bianco puro (pari appunto a 256 valori tra il nero e il bianco a 8 bit). L’intervallo 0-255 va bene per supporti retroilluminato come un monitor. Non funziona però per i supporti di stampa. Anche le carte hanno una loro “gamma tonale”. In sostanza riescono a riprodurre fino ad un livello di contrasto (circa 32:1). Ovviamente ciò dipende dalla carta (le carte matte hanno maggiore gamma, specie per i neri). Per questo, consiglio di impostare i valori 10-245. Così facendo, quando si evidenzieranno le aree rosse per le alte luci e le aree blu per le ombre, saprete cosa state prendendo se stampaste su carta fotografica. Ovviamente è un processo un po’ empirico.., ma funziona. Per impostare l'istogramma entrate nel menù alla lettera (D) e selezionate "imposta istogramma".
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In conclusione ricordiamoci che la luce insieme al soggetto e alla composizione è uno degli elementi portanti per una buona immagine. Alleniamoci a vedere la luce (intensità, diffusione, qualità, ecc.) e a sfruttarla. 

Le fotocamere mirrorless offrono oggi un controllo in tempo reale dell’immagine assolutamente impensabile per le fotocamenre reflex. Con un po’ di attenzione e seguendo i suggerimenti che vi ho dato riuscirete a scattare foto non soltanto più interessanti, ma soprattutto già praticamente pronte alla stampa. Provare per credere!

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by Damiano Durante
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