…Se non è un full frame, allora perché fotografate come se lo fosse? ![]() Si lo so, il titolo è un po’ polemico e provocatorio. Perdonatemi... Ma spesso colleghi e amici fotografi che hanno una fotocamera full frame mi chiedono un consiglio su cosa acquistare per avere dell’attrezzature più leggere. Ora sentendomi entusiasta del sistema fotografico che ho scelto, alla fine capita che acquistino un corredo micro 4/3. All'inizio tutto bene, poi però... Arriva il momento in cui si devono confrontare con un sistema molto diverso da quello a cui erano abituati e arrivano le difficoltà. Risultati apparentemente deludenti che non dipendono dall’attrezzatura, ma dal loro modo di lavorare e usare la fotocamera. Voi direte, ma i principi della fotografia non sono sempre gli stessi? Si è vero, ma in parte... Chi di voi, ad esempio, proviene dalla fotografia analogica saprà che una cosa è scattare con una fotocamera medio formato, un’altra è un con una fotocamera 35mm. Sono due modi di fotografare e vedere diversi. Per poter ottenere ottimi risultati dal nostro corredo micro 4/3 dobbiamo impegnarci nell'acquisire nuove abitudini. Passando al micro 4/3, quindi, dovete cambiare il vostro modo di fotografare?...Diciamo di si. Vediamo più nel dettaglio in cosa. Uso dei diaframmi. Per chi non lo sapesse usando un sensore più piccolo del 35mm come quello appunto del micro 4/3 la profondità di campo è maggiore. Di quanto? esattamente del doppio. Ciò significa che se su una fotocamera 35mm imposto un diaframma f4 e faccio la stessa cosa con una fotocamera del sistema micro 4/3, con quest’ultima è come se avessi impostato in termini di profondità di campo un diaframma f8. Voi vi chiederete, che centra con il modo di scattare? Centra e adesso vi spiego perché. Fotografi abituati al full frame tendono ad usare diaframmi come se avessero in mano una fotocamera appunto full frame. Ma questo è sbagliato. Ad esempio se devono scattare una foto di un paesaggio e vogliono avere una grande profondità di campo, impostano un diaframma pari a f16. Ma a che serve, quando se già impostando f8 posso avere una profondità di campo tale da non avere problemi di profondità? Chiudendo a f16, avreste solo perso qualità d’immagine. Le ottiche micro 4/3 sono state ottimizzate per lavorare bene a tutta apertura e al massimo chiudendo di un paio di stop. Inoltre, a causa di un sensore più piccolo e denso, con un diaframma del genere non fareste altro che incappare nel fenomeno della diffrazione e quindi avreste immagini meno “nitide”. Il mio consiglio è di lavorare il 90% a tutta apertura. Chiudete il diaframma fino ad un massimo di f8 solo quando avete bisogno di profondità di campo, ma non esagerate. Spesso anche a f4 o f5.6 si raggiunge la profondità di campo desiderata. Profondità di campo. Chi viene dal FF è abituato a ridotte profondità di campo e a sfuocati molto cremosi. Utilizzando un corredo micro 4/3 spesso sentono la mancanza di focature selettive con ottiche inferiori al 50mm. In effetti hanno ragione. Almeno in parte. Se è vero che ad oggi il sistema micro 4/3 è uno dei sistemi più completi in termini di ottiche per la fotografia digitale, molte delle quali tra l’altro di ottima qualità, è altresì vero che mancano ancora un paio di ottiche auto focus grandangolari con aperture molto ampie. All'atto pratico sarebbe sufficiente anche solo un 17mm f1.0. Quindi sfortunatamente sotto il 50mm si fa fatica ad avere sfuocati da FF. Per poterci riuscire si è costretti ad avvicinarsi molto al soggetto. Il mio consiglio è di considerare le ottiche per quelle che sono. Un 35mm (17mm) è un’ottica nata principalmente per raccontare e documentare. Per questo avere una buona profondità di campo è un vantaggio. Se invece voglio isolare il soggetto, allora il più delle volte avrò bisogno di un medio tele con angolo di campo minore. Ecco che un 90mm (45mm), ad esempio, ci torna assai comodo. Come detto usate le ottiche per lo scopo con le quali sono state create. Se poi non potete fare a meno di sfuocare il soggetto anche con un grandangolo, allora forse, il sistema micro 4/3 non fa per voi. Composizione. Altro aspetto determinante è il modo di comporre. Chi usa un mirino a telemetro, ad esempio una Leica, in genere presta più attenzione alla composizione. Perché? semplice, perché nel mirino a telemetro tutti gli elementi inquadrati sono a fuoco anche quando sull'obiettivo è impostato f1.4. In sostanza non ho la "simulazione" della profondità di campo. Il micro 4/3, specie per le ottiche sotto il 25mm, avendo una grande profondità di campo, richiede una grande cura nella composizione e nella gestione dello sfondo. Il quale essendo nitido, potrebbe risultare distraente rispetto al soggetto primario. Il mio consiglio è di sfruttare la maggiore profondità di campo cercando composizioni armoniche e funzionali tra soggetto e sfondo. Gestione della fotocamera. Molte fotocamere mirrorless, soprattutto quelle Olympus, hanno un grado di personalizzazione e settaggio davvero estremo. A volte si ha l’impressione di programmare un computer. Se da una parte questo ci permettere di personalizzare i comandi della macchina a nostro piacimento, dall’altra rende più complessa la fase di apprendimento e adattamento. Il mio consiglio è di armarvi di santa pazienza e manuale alla mano imparare comandi e funzioni. In sostanza datevi il tempo d’imparare. Scattate in RAW come se scattaste in jpg. La filosofia di Olympus è stata sin dall'inizio quella di offrire la possibilità al fotografo di avere file praticamente pronti all'uso. Questo senza dover passare per forza ricorrere alla post produzione. Tra le varie impostazioni, il fatto di poter regolare al minimo la compressione jpg del file la dice lunga. Di contro i file risultano essere meno "duttili" alla post produzione spinta. Per questo il mio consiglio è di scattare pure in raw, ma cercando di avere la foto pronta al momento dello scatto e non in post produzione. Software di elaborazione. Purtroppo Olympus è un sistema meno diffuso di altri. Specie con software di terze parti a volte i file rendono meno bene di quello che potrebbero, specie per ciò che riguarda la resa del colore e il rumore ad alti iso. Per mia esperienza ho notato che il modo migliore per gestire la filiera digitale con i file ORF (i file RAW di Olympus) è di utilizzare il software Olympus Viewer. Magari anche solo per esportare il file in tiff per poi elaborarli con photoshop. In questo modo si è sicuri di sfruttare appieno i vantaggi dei file Olympus in particolari in termini di resa colore. Concludendo se decidete di passare al micro 4/3 e provenite da un corredo full frame, vi consiglio di darvi un po' di tempo per imparare i settaggi e per scoprire come valorizzare i tanti plus che questo sistema ha. |
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