Ciao Massimo, prima di tutto grazie per il tempo che ci hai dedicato. Mi faceva piacere parlare di un genere di fotografia molto praticata ma di cui se ne parla per lo più tra appassionati del settore. Inoltre utilizzando un corredo mirrorless, crediamo tu possa dare qualche consiglio utile e condividere la tua esperienza con i nostri amici di promirrorless.it. Allora massimo come è nata la passione per la fotografia subacquea? Ho sempre amato il mare e l’incredibile biodiversità che c’è sott’acqua. Inoltre provo un profondo rispetto per gli esseri viventi che popolano i mari e gli oceani. La fotografia subacquea mi ha permesso di unire la passione per il mare con quella dei viaggi. Ad oggi faccio circa tre viaggi all’anno, soprattutto nei mari caldi asiatici. Quando hai iniziato? Come molti ho iniziato facendo un viaggio di piacere. Ero nel Borneo Malese. Lì presi il mio primo brevetto per immersione. Iniziai a fare qualche foto con una pocket camera subacquea, una Nikon. Rimasi estasiato dalla bellezza del mondo marino. Dopo poco mi attrezzai con una fotocamera compatta Canon e una custodia in polimero. Anche se le prestazioni non erano esaltanti cominciai a fare pratica. Prima di un’immersione quanto è importante essere preparati e sapere cosa andrai a fotografare? Dal mio punto di vista la preparazione è la base della fotografia subacquea. Occorre considerare che quando si è in immersione si hanno poche possibilità di cambiamento a partire dall’ottica che hai montato. E’ fondamentale quindi sapere cosa si andrà a vedere per non trovarsi delle mante da quattro metri con obiettivo macro oppure con un Pigmy sea horse da 1 cm con un fisheye. Inoltre è molto importante conoscere i comportamenti dei pesci. Non solo per ragioni di sicurezza, ma soprattutto perché se non si conoscono le abitudini dei pesci, difficilmente si riuscirà a portare a casa il risultato. Considera poi che sono spesso alla ricerca di esseri molto piccoli, circa 1-3cm, specializzati nel mimetismo. Se non sai cosa e dove cercare è facile che tu non vedrai nulla. Tra tutti i posti che hai visto, ce n’è qualcuno che ti è rimasto nel cuore e che consiglieresti? Ogni posto è unico e meraviglioso. Devo dire però che amo moltissimo il parco marino indonesiano di Raja Ampat e il parco marino di Komodo. Quest’ultimo poi è speciale. Lì l’oceano Pacifico e l’Indiano si incontrano. La biodiversità marina presente in quel luogo è veramente unica e meravigliosa. Il viaggio è lungo, circa un giorno e mezzo, ma ne vale assolutamente la pena! Quali sono i soggetti fotografici preferiti? Io amo molto la macro fotografia subacquea. In particolare mi pace fotografare animali, spesso difficili da vedere e trovare, di piccole dimensioni, da poco più di 1 centimetro a 4 centimetri al massimo. Considera che molti di questi animali sono esseri viventi esperti del mimetismo e trovarli diventa una vera sfida. Come detto la fotografia subacquea è una specialità molto tecnica. Quali sono secondo te le principali difficoltà che incontra un fotografo subacqueo? I pesci non si mettono mai in posa. Per cui occorre conoscere il loro comportamento e per quanto possibile non spaventarli. Inoltre bisogno essere molto rapidi e nel tempo stesso farci accettare dagli animali che ci circondano. Cosa che in profondità con tutta l’attrezzatura non è sempre così semplice. Altro elemento importante è conoscere quali soggetti si stanno fotografando. Spesso i pericoli più grandi arrivano dagli animali più piccoli. Pensa che nell’ultimo viaggio ho fotografato un polipetto piccolissimo, il blu Ringed Octopus. Nonostante le sue dimensioni è considerato uno dei 10 animali più velenosi al mondo. Non esistendo ancora un vero e proprio antidoto un contatto accidentale risulterebbe fatale. Per quanto riguarda invece l’aspetto tecnico, di sicuro la sfida più grande è la gestione della luce. A 5 metri si perde completamente il rosso. Più si scende poi e più la cromia degli altri colori e la luce diventano scarsi. L’uso di flash diventa fondamentale. Infine c’è la difficoltà nel riuscire a mettere a fuoco correttamente animali piccoli e in movimento. Come prepari l’attrezzatura prima di un’immersione? La fotografia subacquea richiede concentrazione e metodo. Quando si è sotto si è in un elemento estraneo per l’uomo e che ti da poca flessibilità operativa. Io preparo la fotocamera prima dell’immersione e prima di salire in barca. Mi assicuro che la fotocamera sia scafandrata a dovere che le guarnizioni siano apposto, così come gli o-ring. Scelgo prima la lente da utilizzare perché ovviamente sott’acqua non puoi cambiarla. Mi assicuro che la batteria sia perfettamente carica e che la scheda di memoria funzioni correttamente. Preparo i flash, controllo il collegamento con la fibra ottica e imposto la macchina. Poi faccio qualche scatto di prova. Insomma fuori dall’acqua tutto deve essere pronto. A proposito di impostazioni della fotocamera, quali settaggi utilizzi? Io lavoro quasi esclusivamente in manuale. Sia per la regolazione della coppia tempo-diaframma, sia per i flash. Quest’ultimi hanno due comode rotelle per la regolazione della potenza. Il bilanciamento del bianco è in AWB (la regolazione al faccio dopo in post produzione). Il sistema di fuoco è in automatico e scatto singolo. Nella macro fotografia subacquea la sfida più grande è avere la giusta angolazione e profondità di campo. Io in genere lavoro a diaframmi chiusi, f11-16. Di certo il sistema micro 4/3 da questo punto di vista offre grandi vantaggi. Qual è la tua attrezzatura fotografica? I luoghi che visito sono molto lontani. E oggi le compagnie aeree mettono molte restrizioni. Per questo ho cercato di ottimizzare al meglio la mia attrezzatura. Ad oggi utilizzo Una Olympus Em5 con due ottiche. Il Zuiko 60mm f2.8 macro e un’ottica grandangolare, il Zuiko 9-18mm per sistema micro 4/3 (Ovviamente ogni obiettivo ha la sua cover). Poi utilizzo uno scafandro Nauticam in alluminio anodizzato (lo preferisco di gran lunga a quelli in polimero), e due flash per immersione della Inon (modello D2000). Infine ho una torcia pilota con luce rossa a led per non infastidire i pesci. Per la tua esperienza in una fotocamera per immersioni, cosa è importante? Prima di tutto deve essere maneggevole. Considera che in acqua l’attrezzatura, grazie all’acqua e ai galleggianti montati è sufficientemente leggera. Fuori pesa e anche molto. La mia attrezzatura ad esempio pesa 6kg. Poi deve avere un buon display. Il live view per la fotografia subacquea è a mio avviso una benedizione. Anche il sistema di fuoco deve essere veloce e preciso. Infine il sistema che si sceglie deve avere ottiche macro di grande qualità. Come mai hai scelto un corredo mirrorless e non reflex? E perché Olympus? All’inizio ero orientato su un corredo reflex. Poi però ho cambiato idea. Come detto la maneggevolezza è fondamentale. Non soltanto in acqua, ma anche fuori. Il corredo dove essere facilmente trasportabile e poco ingombrante. Fare lunghi viaggi con tutta l’attrezzatura subacquea e quella fotografica non è sempre semplice… Rispetto ad un sistema reflex, un sistema mirrorless micro 4/3 costa molto meno. Parlo dello scafandro e tutto il resto… Poi perché in tutta onestà, non ho trovato differenze sostanziali di qualità d’immagine, rispetto ad una reflex. Ho scelto Olympus perché è un marchio che offre una buona disponibilità di accessori per fotografia subacquea. Sotto il mare puoi trovare dei colori fantastici . Per me i colori delle fotocamere Olympus sono veramente belli. Il sistema micro 4/3 ha il migliori rapporto trasportabilità/qualità d’immagine, perché ha ottime ottiche macro, per lo stabilizzatore d’immagine e infine per il suo sistema di autofocus. Massimo siamo in chiusura di quest’intervista. Hai qualche consiglio da dare a chi sta pensando di cimentarsi con la fotografia subacquea? Beh, consiglio di iniziare gradualmente. Prima di tutto occorre fare pratica come sub. Sottacqua bisogna vare un ottimo assetto per non toccare i coralli quando si scatta. I coralli sono fragilissimi ed hanno una crescita molto lenta….bisogna cercare di non romperli. Bisogna quindi fare dei buoni corsi sub, magari dedicati alla gestione dell’assetto, e dei corsi di fotografia subacquea. Ci sono anche in Italia diversi ottimi corsi per fare esperienza. Iniziare poi con fotocamere semplici, senza spendere un patrimonio. Molto meglio, a mio avviso, concentrarsi sulla luce e su un buon sistema flash. Occorre poi imparare ad usarli in ogni condizione e velocemente. Studiare, studiare e ancora studiare. Ogni immersione richiede sempre una buona preparazione, conoscenza di cosa si andrà a fotografare e soprattutto grande rispetto per il mare. Prossimo viaggio? Il mio desiderio è andare sulla barriere corallina australiana. Ma il prossimo viaggio sarà di nuovo Indonesia. Massimo grazie per i tuoi consigli e per aver condiviso la tua esperienza e passione con noi di promirrorless.it. Grazie a voi! |
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