Da quando è stato introdotto il digitale sono nate decine e decine di discussioni su come ottenere immagini di "qualità" migliore. Se navigate spesso sui siti di fotografia vi accorgerete che molte persone ritengono di avere trovato la soluzione a tutti i problemi del digitale. Mai più foto di bassa qualità, sembrano promettere... Recentemente, grazie alla "spinta" mediatica di Michael Reichmann di luminouslandscape.com, professionista che stimo e con il quale ho fatto un corso sulla stampa fine art, si è diffusa molto la tendenza ad usare una tecnica di esposizione definita "esposizione a destra". Prima di capire perché ritengo questo metodo di lavoro il più delle volte inutile se non dannoso, cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta. Secondo i sostenitori di questa tecnica, l’esposizione a destra rappresenta un importante metodo di lavoro nella fotografia digitale, che permette al fotografo di ottenere foto meno rumorose e qualitativamente migliori. Questo perché sovraesponendo l'immagine possiamo sfruttare al meglio (almeno in teoria) l’elettronica dei nostri sensori.
Da dove nasce questa metodologia di lavoro? A differenza dell'occhio e della pellicola, i sensori digitali misurano la luce in modo lineare. Immaginiamo di avere una fotocamera il cui file ha una gamma dinamica di 9 EV e con una profondità colore pari a 12 bit avremmo un massimo di 4.096 livelli diversi (pari a due alla dodicesima). Se quei 4.096 livelli potessero essere suddivisi equamente in un range di 9 EV, ciascuno dovrebbe avere EV 4096/9 = 455 livelli. Purtroppo non è così che funziona per i sensori delle nostre fotocamere. L’acquisizione lineare nei sensori fa in modo che se si tenta di acquisire un range di EV 9, corrispondente a 9 zone, la metà dei 4.096 livelli (2048 livelli) sono dedicati alla Zona IX, la metà dei rimanenti (1024 livelli) sono dedicati alla Zona VIII, la metà dei restanti (512 livelli) sono dedicati alla Zona VII, e così via. La Zona V è rappresentata da 128 livelli, la Zona III da 32 livelli, e le ombre estreme nella zona I è rappresentata solo da 8 livelli diversi! Nell'immagine seguente potete vedere tre dettagli della stessa scena con diverse esposizioni. La foto di sinistra è stata sottoesposta di 1 stop, quella centrale è stata esposta correttamente e quella di sinistra è stata scattata sovraesponendo di 1 stop. Poi in Camera Raw è stata applicata la relativa compensazione esposimetrica, affinché tutte e tre le immagini avessero la corretta esposizione. Quindi a quella sottoesposta è stata applicata una sovraesposizione di 1 stop, e a quella sovraesposta è stata applicata una sottoesposizione di 1 stop. Ecco il risultato. Cliccando sull'immagine potete vedere l'immagine ingrandita. A mio modo di vedere la differenza c'è ma è davvero minima. Ovviamente salendo con gli iso la differenza diventa più evidente. Se c'è un minimo differenza, perché allora sono contrario a questo tipo di approccio? Per tre ragioni... 1° L'esposizione a destra è un approccio secondo il mio parere applicabile solo a situazioni statiche e studiate (quali paesaggio, architettura, ecc.). Nelle fotografie più dinamiche questo metodo di lavoro è inutilizzabile. Alcuni giorni fa leggevo su un importante forum internazionale di un ragazzo che si lamentava della gamma dinamica della Fuji Xt1 in quanto facendo le foto ad un matrimonio ed esponendo a destra si è trovato con molte immagini bruciate irrimediabilmente. Io dico ma come si fa a pensare di riuscire a gestire in una situazione dinamica come un matrimonio una sovraesposizione al limite della gamma dinamica nelle alte luci? Per di più sia sposa che sposo avevano un abito bianco!! 2° Come avete visto sopra le differenze sono minime. Specie in stampa. A mio avviso non vale la pena correre il rischio di bruciare irrimediabilmente alcune aree della nostra foto solo per avere alla fine un po' meno grana. Si è vero ci sono più informazioni e soprattutto in post produzione queste ci aiutano. Ma il rischio è alto e il beneficio è relativo. 3° Credo fermamente che questo approccio alla fotografia sia sbagliato. Continuo a sostenere che la foto la si fa prima di tutto in macchina. In fase di scatto l'esposizione deve essere "corretta", non bisogna né sovraesporre né ancor peggio sottoesporre per poi in photoshop recuperare. Questa è per me una mentalità sbagliata. Ricordiamoci che l'esposizione non si misura, ma si decide! La luminosità che decido di dare alle mie foto è figlia di un pensiero creativo e di una visione fotografica. Cerchiamo di essere più fotografi e meno ingegneri. Cerchiamo di sfruttare la luce e i rapporti di contrasto da essa prodotti. Continuo a sostenere che il modo migliore per avere dei file di qualità e di crescere come fotografi è quello di impostare pure la macchina in formato RAW, ma ragionare e scattare come se avessimo impostato JPG. Cosa significa? Significa che la foto la si fa al momento dello scatto. Se prendiamo ad esempio la Olympus Em5 Mark II, la gamma dinamica in jpg è di circa 9 stop. Ma se apporto delle correzioni ad esempio nelle alti luci dal file RAW posso recuperare più di 3 stop. Ciò nonostante imposto la mia esposizione e soprattutto la luce in modo tale da avere la foto come se avessi a disposizione i 9 stop del file jpg. Per cui se ad esempio mi trovo a fotografare una scena ad alto contrasto e mi accorgo che "tutelando" le alte luci ho delle ombre troppo chiuse, non faccio altro che compensare la luce con una luce di schiarita. Oppure se posso chiedo al mio soggetto di spostarsi. In sostanza faccio quello che si fa normalmente nel video o che si faceva a pellicola. Quindi concludendo non sono contrario alla tecnica dell'esposizione a destra in quanto sbagliata. No, la base teorica è corretta. Quello che non mi piace è l'approccio mentale che ne è alla base. Continuo a sostenere che i fotografi più abili sono coloro che sanno sfruttare la vera ed unica materia prima della fotografia, la luce! |
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