Se è vero che la tecnologia ci aiuta e in molti casi ci semplifica la vita è altresì vero che spesso ci spinge ad andare di fretta. Per questo, non so voi, ma io ogni tanto sento il bisogno di “rallentare” e di “disintossicarmi” da tutta questa tecnologia che è entrata a far parte delle nostre vite. Molti di voi, immagino, si staranno chiedendo se ha senso nel 2018, scattare ancora su supporti analogici…Per quanto mi riguarda sì e per tante ottime ragioni: 1- Prima di tutto, come scrivevo sopra, la pellicola ci spinge a rallentare. Quando faccio un’uscita fotografica con la mia Hasselblad 501 ad esempio, tutto è più lento, tutto è più ragionato. Ogni foto è necessariamente, figlia di una visione e di un ragionamento. Poi scatto solo quando “c’è la foto”. Non è raro che in un’uscita fotografica di 2-3 ore, torni a casa solo con un rullo da 12 pose fatto. Se avessi scattato in digitale, nonostante sia uno che scatta “poco”, nelle stesse circostanze avrei scattato almeno cento, duecento foto. 2- La pellicola poi impone una “ferrea” disciplina di scatto. L’esposizione deve essere corretta, la composizione pure. Non a caso nella pellicola i filtri digradanti, oppure se scatti in bianco e nero, i filtri colorati (in genere io uso il giallo), siano fondamentali. Insomma non puoi concederti il lusso di dire: ”tanto dopo con Photoshop…”. Questa consapevolezza e attenzione ci porta ad essere dei fotografi tecnicamente più preparati. 3- La pellicola ci rende dei fotografi più sicuri. Coloro che, scattano per la prima volta con una fotocamera analogica, non avendo la possibilità di rivedere nel display o nel mirino la foto, provano un senso d’insicurezza. Ma, in poco tempo, ci si renderà conto di come questo “limite” ci spinga ad osservare la realtà con maggiore attenzione. Non solo, si diviene molto più consapevole sulla luce a “leggere” i chiaro-scuro. 4- La pellicola ci permette di riappropriarci del nostro tempo. Scatto meno, non mi perdo a rivedere più e più volte le foto sul display (magari isolandomi dalle altre persone…), ma soprattutto provate a pensare al tempo che passiamo a post-produrre i file digitali e a fare back-up su back-up delle foto. Per me che devo fare editing e post-produrre costantemente migliaia di foto, avere la possibilità di non farlo, è una vera “goduria”. 5- La fotografia “argentica”come la definiscono i francesi, ci insegna anche a saper aspettare. Aspettare qualche giorno prima di rivedere le proprie foto è sotto alcuni punti di vista una cosa “sana”. Ci aiuta infatti a superare il bisogno della “gratificazione” istantanea. Personalmente mi rendo conto che ho bisogno anche di questo, del “piacere” dell’attesa. Certo nel lavoro mi è utile rivedere la foto in modo da correggere un eventuale errore, ma se fotografo per me stesso, l’attesa è una grande “maestra”. Provare per credere… 6. La pellicola ci insegna ad usare la luce.Non potendo scattare a 6400 iso, ma “solamente” a 400 iso, si è costretti a ragionare in funzione della luce e ad essere dei fotografi più attenti e creativi. Inoltre impariamo ad accettare che a volte non ci sono le condizioni per realizzare una buona immagine, Amen! 7- Con la pellicola abbiamo un archivio fisico. Diciamo la verità, uno dei rischi più grandi intriseci alla fotografia digitale è la perdita del nostro archivio. L’archiviazione dei file, almeno per me, è un’attività stressante. Devi essere estremamente organizzato, metodico e preciso. Occorre salvare i dati su almeno 3 Hard Disk e la cosa peggiore è che se i dischi non li usi frequentemente le testine si possono “incollare”, se invece li usi troppo spesso possono rompersi…Insomma, l’archiviazione è il problema principale dell’era digitale. Non a caso uno dei fondatori di Google il dott. Vinton “Vint” Cerf circa 1 anno fa, implorò le persone a stampare i documenti e le foto importanti (potete leggere l’articolo qui). Ora leggendo quanto ho scritto pensereste che voglio tornare a fotografare solo in analogico, ma non è così. Non tornerei completamente all’analogico, perché del digitale amo la facilità d’uso e la rapidità (specie per il lavoro), ma sono fortemente convinto che periodicamente, fotografare in analogico ci spinge a migliorarci, ma soprattutto ci stimola a riflettere e a rallentare. Durante i miei corsi di fotografia, consiglio sempre ai miei allievi, di provare a fotografare anche pellicola. Tra l’altro oggi è possibile acquistare delle ottime fotocamere e delle lenti straordinarie a poco prezzo. Per me i due mondi possono convivere felicemente e possiamo imparare tanto dall’uno e dall’altro.
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