Ciò che è avvenuto negli ultimi anni è niente rispetto a ciò che avverrà negli anni a venire. L’introduzione dei sistemi mirrorless ha di fatto segnato l’anno zero della fotografia “moderna”. Almeno sul piano tecnologico. Nuove tecnologie sono alle porte e cambieranno sensibilmente il nostro modo di scattare, vedere e condividere le immagini. Di fatto questi cambiamenti porteranno alla scomparsa della figura del fotografo, almeno come la intendiamo oggi. A prescindere dalla tecnologia, il futuro sarà sempre più dominato dai mega brand, i quali condivideranno sensori e tecnologie. Tuttavia, come già avviene oggi, prima ancora della tecnologia il marketing (soprattutto virale), sarà sempre più l’elemento di successo o di fallimento di un prodotto. Ecco quali cambiamenti ci attenderanno. 1. Standardizzazione dei formati. Oggi abbiamo diversi formati di sensori. Da quelli più piccoli a quelli più grandi. In futuro avremo invece una “forbice” più netta. Oltre ai sensori presenti negli smartohone, da una parte ci saranno sensori dalle dimensioni più grandi (il full frame sarà quello predominante) e dall’altra sensori più piccoli (la lotta sarà tra i sensori da 1” e i sensori 4/3). Con molta probabilità il sensore Aps-c tenderà a sparire. L’omologazione dei formati dipenderà da due fattori. Il primo è che avremmo al massimo 2-3 costruttori di sensori per tutti i brand di fotocamere. Il secondo è che grazie ad anelli adattatori autofocus, le fotocamere permetteranno l’utilizzo di ottiche di vari brand. Questo è ciò che è già iniziato a succedere con la Sony A7. Grazie al formato 35mm, con appositi adattatori possiamo sfruttare molte altre lenti mantenendo sia angolo di campo che in alcuni casi l’autofocus. 2. Sistemi di stabilizzazione sempre più avanzati. In futuro avremmo sistemi di stabilizzazione sempre più evoluti. Con ogni probabilità prevarranno sistemi di stabilizzazione sul sensore con tecnologia simile a quella presente sui corpi Olympus. Si andrà verso una sinergia tra la stabilizzazione sull’ottica e quella sul sensore. I sistemi di stabilizzazione serviranno per sviluppare un’altra tecnologia vincente, la modalità High Resolution già inserita da Olympus sulla Em5 Mark II. Grazie a questa tecnologia saremo in grado di acquisire immagini ad altissima risoluzione senza l'utilizzo di un treppiede. 3. La fusione tra smartphone e fotocamere sarà inevitabile. La prima fotocamera ad avere un sistema operativo presente sugli smartphone è stata la Samsung Galaxy NX. Fotocamera con sensore Aps-c da 20 megapixel ad ottiche intercambiabili. Fotocamera che non ebbe molto successo. In parte per il marchio, ma soprattutto perché era troppo presto. L’integrazione tra smartphones e fotocamere sarà inevitabile. La condivisione immediata delle foto sarà sempre più la normalità. Si svilupperanno poi device che si integreranno perfettamente con gli smartphone, permettendo però l’utilizzo di sensori di grandi dimensioni. In effetti già sony, Olympus e DXO hanno prodotto dei dispositivi con sensori di grandi dimensioni da connettersi via wifi o attraverso connettori agli smartphone. Avremo quindi delle “smartcamere”, grazie alle quali sarà possibile utilizzare molte ‘App’ oggi presenti già sui cellulari e condividere tutto in tempo rapidissimo. 4. Scomparsa della matrice Bayer davanti ai sensori. Nel breve periodo i produttori introdurranno sensori senza matrice bayer. La tendenza sarà verso sensori simil foveon. Inoltre verranno utilizzati nuovi materiali oltre al silicio. Grazie ai quali l’assorbimento elettrico sarà sempre minore. 5. Sistemi di messa a fuoco in differita. Come già introdotto dalla Lytro, si svilupperanno sempre più tecnologie in grado di decidere il fuoco (e quindi anche la profondità di campo), dal computer e non dalla fotocamera. In sostanza il “video-grafo” dovrà limitarsi a essere al momento e nel posto giusto. Acquisire porzioni di filmato, estrapolare in seguito un’immagine e scegliere se mantenere o cambiare il punto di fuoco. 6. Il mirino elettronico prevarrà inesorabilmente su quello ottico. I sistemi mirrorless diverranno infatti lo standard comune nel mondo foto-video. I display diverranno sempre più touch ed interattivi. 7. Video-grafia: Eccoci però arrivate alla vera rivoluzione. L’integrazione definitiva tra la Fotografia e il video. Di fatto non scatteremo più un’immagine, ma ci limiteremo a cogliere sequenze video da cui estrapoleremo la nostra “immagine statica”. La tecnologia introdotta da Panasonic, da Samsung, da Sony e da Canon ci permettono di estrapolare fotogrammi video ad alta risoluzione (circa 8 megapixel). A medio termine saremo in grado di acquisire anche video in 12k. Certo siamo ancora agli albori e gli ingegneri dovranno risolvere diversi problemi. Le connessioni dovranno essere molto più veloci di oggi e diffuse a livello globale. I computer poi dovranno avere performance ancora più spinte. Ma il futuro è questo. Il fotografo scomparirà e nascerà il “videografo”. Le sfide che i costruttori dovranno superare sono tante. Una delle principali è legata all’energia necessaria per far funzione le videocamere di domani. Ad oggi infatti, l’alimentazione rappresenta uno dei principali colli di bottiglia. Altro elemento determinante sarà legato alle performance dei processori e quindi alla potenza di calcolo. Difficoltà a parte, la tecnologia a breve rivoluzionerà il mondo della fotografia così come la conosciamo oggi. Le stesse figure professionali subiranno un grandissimo cambiamento. Molte di queste scompariranno definitivamente. Sicuramente si creeranno delle sub-culture di fotografi ancorati alla tradizione. Probabilmente crescerà anche la nicchia fatta dai fotografi che amano la pellicola. Ma è inutile opporsi al cambiamento, inutile fare resistenza. Chi vorrà ancora far parte del mondo della “videografia” dovrà accettare e sfruttare queste nuove tendenze. Di certo però, tutta questa tecnologia ci renderà sempre più dipendenti dalla tecnologia stessa. Già oggi molti fotografi “giovani” non sanno neanche più scattare senza autofocus. Non conoscono la scala metrica. Non sanno sfruttare la luce e l’esposizione. La tecnologia di per sé non è un male, fino a quando non ne diventiamo dipendenti. |
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